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Nell’attività di ufficio stampa, chiamare un giornalista fa parte dell’80% del lavoro.  Questo serve per negoziare, quando è possibile, la pubblicazione di un comunicato stampa o un approfondimento dello stesso.
In quest’anno di pandemia, il mio lavoro è diventato molto complicato perché quella telefonata nella maggior parte dei casi cade in un silenzio rotto solo dal bip di libero dall’altro capo del telefono.

Le redazioni sono sguarnite poiché sono state colpite anche loro dallo smart working forzato, pertanto o hai i cellullari dei vari giornalisti (cosa poco improbabile) oppure ti ingegni con altre soluzioni. Voi direte, perché non mandare una mail? Perché ne ricevono a centinaia in una giornata ed è più probabile che vada a finire nel cestino.

Le e-mail

Tuttavia, nell’attività di ufficio stampa la mail può essere efficace scrivendola con un oggetto diverso dal solito “CS| titolo del comunicato” si può scrivere qualcosa che il giornalista non si aspetta, e che attiri la sua attenzione, tanto da portarlo alla lettura della mail.
In una delle tante e mail a cui il giornalista non rispondeva, ho pensato di scrivere al caporedattore una mail con un oggetto di questo tipo: “mi puoi aiutare?”  E’ ovvio che poi nel corpo della mail bisogna soddisfare l’aspettativa che crea il titolo, altrimenti rischi di essere inserita nella posta indesiderata. In sostanza gli chiedevo di aiutarmi a contattare un suo collega che stavo cercando da mesi perché avevo dei contenuti sui temi interessanti per il lettore della loro testata.
Ho avuto una mail di risposta dal collega che non riuscivo a contattare, evidentemente spinto dal caporedattore.
Risultato? Ha fatto un’intervista al mio cliente con tanto di pubblicazione. Avevo ragione a dire che il contenuto era interessante! 😉

Come risolvere il mancato recall al giornalista

Ma non sempre la mail con l’oggetto inaspettato può raggiungere l’obiettivo ti devi ingegnare.
Nell’ultimo anno mi sto affidando ai social network, in particolare LinkedIn, e lo sto facendo su due fronti:

  • Contatti già esistenti. Mi sono accorta di avere molti colleghi nel mio network e dopo una cernita dei giornalisti profilati secondo il settore che mi serve, scrivo loro un messaggio, che nel 60% dei casi ha una risposta, e questo credetemi è già un risultato!
  • Contatti da individuare. In questo secondo caso vado alla ricerca di uno specifico giornalista e gli chiedo il collegamento spiegando nella nota di accompagnamento il motivo e spesso il link al comunicato stampa, oppure gli faccio un rimando alla mail che gli ho inviato. Anche qui di solito ottengo la sua attenzione.

Il lavoro si trasforma, con questa pandemia poie dobbiamo avere la consapevolezza e soprattutto il coraggio di lasciare indietro quello che non funziona, avere la prontezza di trovare nuove direzioni e sperimentarle, anche a costo di sbagliare, ma se non lo facciamo non sapremo mai se può essere una soluzione e soprattutto rischiamo di rimanere relegati a dei meccanismi che piano piano fanno perdere qualità al nostro lavoro.

 

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