Un giorno ho letto un annuncio in cui cercavano un servizio di ufficio stampa in outsourcing, e dato che sono imprenditrice di me stessa, devo sempre trovare clienti nuovi per diversificare il rischio di impresa come si dice in gergo, quindi ho risposto!
Ho apprezzato nella job description il fatto che non dessero importanza al classico curriculum, tanto che non era neanche richiesto, ma preferivano un documento con una proposta approssimativa sulle attività di ufficio stampa più affini alla loro realtà, più una video presentazione del candidato.
Soddisfatte le loro richieste, mi hanno contattato per una call. Fin qui tutto bene, ho avuto l’incontro con una giovane founder a cui ho spiegato il mio approccio focalizzando l’attenzione sui risultati ottenuti, ovvero le rassegne stampa che sono riuscita a produrre per alcuni clienti.
Perché alla fine lo so, al cliente importa di uscire su una testata giornalistica, poi, se si tratta della più gettonata è meglio!
Dalle domande che mi faceva la dott.ssa Arcobaleno (la chiamo così) capivo che forse le mancavano alcuni passaggi dell’attività di ufficio stampa.
In ogni caso tutto finisce che mi avrebbe fatto sapere, poiché stava valutando diversi professionisti, come è giusto che sia.
Ormai non ci pensavo più, ma dopo qualche giorno mentre guardavo nella mole di e mail presenti nella casella, scorgo in lontananza 🙂 una mail con un oggetto che mi ha fatto pensare ad uno spam “Test ufficio stampa”, mi accorgo in extremis, perché la stavo cestinando, che arriva dalla segreteria dell’azienda del colloquio di cui sopra. La leggo incuriosita dall’insolito oggetto, in pratica avevano lanciato un test per tutti i candidati che se superato avrebbe dato diritto ad un eventuale contratto, una sorta di challenge per intenderci. In breve diceva che avrebbero avuto un evento on line di lì a 10 giorni e per questo richiedevano:
- La stesura di un comunicato stampa
- L’uscita della notizia dell’evento su due testate cartacee nazionali nei giorni immediatamente prima all’evento
- L’uscita della notizia con i riferimenti dei loro contatti su altre 10 testate on line
A fronte di tutto questo un rimborso spese di 250 euro con possibilità di avere un contratto futuro senza nessun accenno alla proposta. Il non raggiungimento dell’obiettivo non dava diritto ad alcun rimborso.
Considerazioni
Lato media. L’azienda è chiaro che in questo caso ignora completamente alcune regole del lavoro di ufficio stampa, perché in dieci giorni la probabilità che si raggiungano quei risultati è molto bassa. In considerazione anche del fatto che è un’azienda che va conosciuta dall’addetto stampa, va studiata per poter esprimere al meglio la sua notiziabilità al giornalista.
Inoltre, posto che fossimo anche due candidati a fare il test, il giornalista che riceve due comunicati stampa che parlano della stessa notizia da due uffici stampa diversi, non vede di buon occhio l’azienda. Questo perché il giornalista, per esempio, di un quotidiano, riceve almeno 700 comunicati in un giorno, e si irriterebbe sicuramente vedere due o più comunicati della stessa notizia provenienti dallo stesso committente, l’azienda a quel punto è l’elemento disturbatore, è quella che fa perdere tempo al giornalista, e la prossima volta che invierà una notizia sarà quella che forse verrà cestinata direttamente dal giornalista. Senza contare che anche la reputazione professionale dell’addetto stampa ne risentirebbe.
Lato risorse umane. Il consiglio che mi sento di dare all’azienda è di avvalersi di una società di ricerca e selezione del personale, che ha ben chiare tutte le modalità per trovare il professionista giusto.
Volete sapere cosa ho risposto alla mail Test ufficio stampa? Beh ovviamente ho gentilmente declinato!
Consiglio alle aziende che cercano un ufficio stampa, uno dei criteri per scegliere un professionista è verificare la sua professionalità attraverso i risultati ottenuti con altri clienti. Ma su questo approfondirò con un altro post più articolato.
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Foto di Reinhold Silbermann da Pixabay