“la la la Una mattina mi son svegliato, o che bella idea, bella idea, bella idea la la la etc.” (Forse è meglio la canzone originale, questa, una versione che mi piace molto) E’così che si è svegliato il presidente di un’associazione che chiamerò dott. Boomers, con una bella idea. L’associazione raccoglie esperti legali in fatto di mediazioni familiari.
Ho immaginato il dott. Boomers andare su internet e cercare un ufficio stampa, è qui che mi ha trovata.
Ti starai chiedendo ma qual è la bella idea?!
Un momento di pazienza, ci arrivo…
Dunque, il dott. Boomers mi chiama e mi dice che di lì a 25 giorni avrebbe avuto un evento dedicato a tutti i soci dell’associazione. L’evento non è pubblico, è stato organizzato in una location prestigiosa e sarebbero intervenuti due/tre personaggi di spicco nel settore. E la sua bella idea era quella di far uscire la notizia sui giornali. Che detta così non fa una piega. L’attività di ufficio stampa avrebbe dato eco all’evento e ai contenuti dello stesso.
E allora perché gli ho detto, che non sarebbe servito a nulla?
Perché gli ho prospettato una strategia più efficace, di lungo respiro che non annunciasse solo l’evento ma che raccontasse periodicamente gli interessanti contenuti, degni di essere definiti notiziabili (ovvero appetibili per il giornalista). Una strategia ancora più indicata per l’associazione del dott. Boomers, poichè mai avevano utilizzato questa modalità comunicativa. Inoltre, l’evento non era neanche pubblico. Il fatto che fosse loro intenzione fare un unico comunicato stampa 20 gg prima della data, avrebbe significato poco tempo a disposizione per lavorarci e soldi spesi inutilmente per lo scarso ritorno comunicativo.
Sì certo forse sarebbe uscita la “notiziola” dell’evento su una qualche testata, ma cosa avrebbe portato in termini di autorevolezza, di brand awareness, all’associazione? Il nulla!
• Poiché nessuno avrebbe più parlato ai media di loro e la notizia dell’evento sarebbe caduta nel dimenticatoio.
• Invece, i contenuti notiziabili dell’associazione potevano far parte di un piano editoriale distribuito su più mesi. I giornalisti avrebbero cominciato a conoscere la realtà dell’associazione e a capire che forse, qualche esperto in materia da intervistare, poteva essere un valore aggiunto alla stesura del loro articolo.
• Al giornalista interessano i temi che possono aiutare i suoi lettori, e il dott. Boomers, nella sua associazione ne aveva diversi da divulgare ai media.
Ma allora se un’azienda ha un evento è inutile fare attività di ufficio stampa?
Dipende dal caso specifico, in questo caso no! Se fatto così a ridosso dell’evento. Bisognava partire qualche mese prima per un’attività di ufficio stampa più articolata e mirata sui contenuti.
Tutto questo per dire cosa?
Se desideri far conoscere il tuo evento ai media, devi pianificare tutto con largo anticipo: almeno un paio di mesi prima dell’evento stesso; soprattutto se non hai mai fatto attività di ufficio stampa e i giornalisti ancora non ti conoscono.
Inoltre, in linea generale mai limitarsi a fare un comunicato stampa in un anno, ma prevedere una continuità comunicativa che consideri per esempio 5/6 comunicati in un anno. Questo serve per dare coerenza alla tua comunicazione esterna che tradotto significa: cominciare a farsi ricordare dal tuo target per dei contenuti di sostanza.
L’attività di ufficio stampa serve non tanto alla notorietà quanto a rendere autorevole quello che fai e di conseguenza quello che sei.
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Foto di Clarissa19 da Pixabay