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L’annuncio il 30 settembre 2009. Una decisione che consegna al mondo la storia di un popolo raccontata da un ballo che suona, canta e si muove toccando le corde dell’anima. Un articolo scritto 10 anni fa quando il tango è diventato patrimonio dell’Unesco.

Dora Carapellese (05/10/2009)  Nanni Magazine

“Un bene culturale immateriale”: così l’Unesco ha annunciato l’inserimento del Tango argentino nella lista dei patrimoni dell’Umanità. Sia l’Argentina che l’Uruguay si erano da tempo adoperate a livello internazionale al fine di ottenere il riconoscimento, visto che la storia di questo ballo è strettamente legata a quella del Rio de la Plata, il fiume che divide i due paesi. L’Unesco ha precisato quella del Rio de la Plata, è una musica che rappresenta e promuove la diversità culturale e il dialogo.

L’annuncio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Culturaè arrivato nel corso di un meeting fra 400 esperti riuniti ad Abu Dhabi per compilare una lista di arti e tradizioni da tutelare. Il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco ha selezionato 76 candidature su un totale di 111, presentate da 35 Paesi.

Un riconoscimento che consegna al mondo la storia e la cultura di più popolazioni che hanno contribuito alla nascita e alla voluzione di questo che, tra tutti iballi, è di sicuro uno dei più affascinanti e sensuali. Il tango, infatti, trova le sue origini nelle zone del Rio della Plata tra l’Argentina e l’Uruguay alla fine dell’800 inizio ‘900, ed è il frutto di una fusione culturale di almeno tre continenti: l’America, dove questo ballo è nato e si è sviluppato; l’Europa, con i suoi emigranti che stabilitisi nella realtà platense hanno contribuito fortemente alla sua creazione; l’Africa, che a livello ritmico ha influenzato molto la sua struttura melodica. E’ in quei luoghi che nasce la fusione tra canti malinconici di terre lontane e nuove, di amori persi e talvolta ritrovati e melodie sensuali di corteggiamento, di seduzione e passionalità.

I testi dei tanghi più classici, parlano di nostalgia della terra lasciata, di amori persi, tradimenti e vita quotidiana dell’emigrante nei bassi fondi. Un rapporto con la tradizione che resisterà sempre alle variazioni musicali postume, raffinate e colte, mantenendo sempre la sua dimensione popolare. Guardare al futuro rimanendo legati al passato, è questo che ha permesso al tango di mantenersi sempre moderno. Una grande carica erotica, nobiltà nella musica e forte dignità umana, un forte invito all’eleganza anche interiore sono, invece, gli elementi distintivi del ballo in sè. A differenza degli altri balli popolari, il tango, non ha questo senso di collettività, ma la capacità, attraverso la solitudine, di esprimere qualche cosa di più grande: “il sentimento di un intero popolo”.

 

 

Il tango, sopratutto fino a quando non ha iniziato ad imporsi come moda in tutto il mondo, ha avuto un suo codice di comportamento molto rigido nella milonga, il locale da ballo per poco illuminata con al centro una pista da ballo circolare o quadrata eccellenza. Atmosfera fumosa e circondata da tavolini rischiarati dalla calda luce di una candela. Lei arriva si guarda intorno e si siede, indossa le scarpe da tango e aspetta. Lui la guarda, la invita, la stringe, lui che la guida in un vorticoso abbraccio. Un ballo in simbiosi dove l’uomo, improvvisando, comunica con la donna attraverso una serie di codici fatti di sguardi, gesti e movimenti ricchi di forza sensuale e creativa.

Fondamentale il momento in cui i due ballerini stanno per abbracciarsi, si tratta di qualche secondo di ascolto reciproco, nessuno dice una parola, poi finalmente l’abbraccio. Sarà stretto o largo? Dipende dal sentire dei due. Il tango acquista così una forma espressiva, un linguaggio che coinvolge mente, corpo e cuore. Ogni tango, ognuno diverso, è in se una esperienza unica ed irripetibile che coincide con molte sfumature caratteriali.

C’è chi vive una inibizione che lo porta ad allargare l’abbraccio per paura di sentire. Indicativo, spesso, di una persona rigida, che ha paura del contatto con l’altro, molto chiusa verso se stessa. C’è chi, invece, si avvicina troppo senza sentire: persona impetuosa che si ripete nei movimenti veloci che non ascoltano il corpo dell’altro, cadendo in una mera esibizione. C’è invece chi ascolta, abbraccia quello che l’altro gli permette, e inizia a muoversi in simbiosi. Un vero terno al lotto trovare il ballerino giusto, quello che emoziona, è quasi difficile quanto trovare un marito.

Molte sono le varianti nel ballo, non è detto che una ballerina meno brava possa trovarsi bene con un campione di tango: è una questione di alchimia, la tecnica da sola non potrà mai bastare. E quando si muovono i primi passi inizia la storia: il rito del corteggiamento, la sfida, la lotta, la passione, l’angoscia, la gioia e l’abbandono. La donna chiude gli occhi e segue la musica nel suo cuore attraverso lui. Il lasciarsi andare del ballerino, invece, è nella sicurezza che acquisisce sentendo la morbidezza e la leggerezza di lei tra le sue braccia. Quando le note si esauriscono, un saluto veloce senza quasi neanche ricordare il volto dell’altro, ci si concede, fermando quell’intima esperienza che sarà l’unico segno di riconoscimento per la volta successiva.

La bellezza di quel tango vissuto tira fuori emozioni che molto spesso le ragioni della vita ci costringono a sopire. Questo è uno dei motivi della “febbre da tango”. Il sintomo è uguale per tutti i principianti che sono affetti dal desiderio smodato di imparare, di andare nelle milonghe a caccia di nuove esperienze e di emozioni. Quando si diventa un po’ più esperti la sindrome rimane, è meno febbrile ma più consapevole.

Il popolo tanghero si sposta senza nessuna remora geografica. In qualsiasi milonga c’è sempre qualcuno che conosce l’altro, e anche se il tanghero/a si sposta da solo/a incontrerà sempre quella socialità rassicurante e non dispersiva come quella della classica discoteca. Molti sono gli amori che nascono ma anche quelli che finiscono, ma questa è tutta un’altra storia.